“Esistono a Omegna alcuni <<segni>>, scolpiti nella roccia, che possono portare la fantasia molto lontano…”

Pasquale Maulini – Sindaco di Omegna negli anni '70

 

La città di Omegna sorge sulla punta Nord del Lago d’Orta, tra La Valle Strona e il Monte Mottarone, (che separa il Lago D’Orta dal Maggiore) e  lungo la Nigoglia,  che vuole l’articolo al femminile e come dice Gianni Rodari “Punta dritto verso le Alpi”( dal lago d’Orta, scorre infatti verso le Alpi sfociando nello Strona, poi nel Toce per raggiungere il Lago Maggiore, questo si spiega perché il lago d’Orta è un po’ più alto rispetto al maggiore Maggiore).

La Nigoglia è l’orgoglio degli omegnesi chiamati “i lupi” (animale che capeggiava nell’antico stemma comunale) nel motto

“La Niguja la va in su e la legg la fem nu"

Lungo il canale Nigoglia e' stata da poco tempo costruita una suggestiva passeggiata, che collega direttamente il centro storico di Omegna al Parco Rodari e al Forum di Omegna.

Omegna con i suoi 16 mila abitanti è la comunità più popolosa del territorio lacustre, il cosiddetto Cusio. Il territorio è anche chiamato Riviera di San Giulio, in ricordo del missionario greco di Egina, che con il fratello Giuliano, evangelizzò queste zone all'inizio dell'era cristiana. Il Santo è oggi sepolto sull'unica, e magicamente bella, isola del Lago chiamata appunto Isola di San Giulio.

La cittadina (è città dal 1939) è un miscuglio di antico e moderno. Le uniche vestigia pre-romane si trovano presso il Monte Zuoli (la torta in cielo, parte del "Parco della Fantasia Gianni Rodari": si tratta di ritrovamenti archeologici nei pressi dove si è individuato un altare protostorico, un possibile scivolo rituale e i massi  “coppellati”, cioè massi misteriosamente incisi con delle specie di fori.

 

Non ci sono testimonianze dirette della romanizzazione del territorio, infatti gli abitanti parlano impropriamente di ”Porta Romana” indicando in realtà una vestigia medievale, il cui vero nome è Porta della Valle perché dalla Via Tiro a Segno, che da lì inizia, ci si avviava verso la Valle Strona. Questa antica Porta della città è l’unica delle cinque rimasta. Nel centro storico, sulla Piazza XXIV Aprile, si affacciano il ”Palazzotto Municipale” ottocentesco con la sua caratteristica piazza, detta anche Largo Cobianchi. Davanti alla porta di ingresso del Municipio si trovano due busti che ricordano due importanti imprenditori che hanno sviluppato industrie e lavoro a Omegna: Cobianchi e De Toma. Di fronte al Palazzo del Pretorio, tra via Alberganti e via Garibaldi, si trova l'antico borgo dei pescatori, con la sua tipica struttura a pettine: le case di questo rione, infatti, sono divise tra loro da stretti vicoli, orientati verso il lago. ”Casa di Bazzetta de Vaemenia” con i suoi caratteristici portici, per metà medievale e per metà del Cinquecento, è la casa più antica della città dove soggiornarono Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni e Massimo D’Azelio.

Passeggiando per il centro storico ci si può destreggiare tra le intricate vie del "Quartiere Vaticano" e si possono ammirare le case dei secoli XI, XII e XIII che sorgono lungo la ”Via del Butèr” (oggi via Alberganti), così chiamata perché in passato sotto i suoi portici avveniva la vendita del formaggio.

Via cavallotti è la via principale del centro storico Omegnese, ricca di negozi e di caffè.

 

La Chiesa di Sant’ Ambrogio (patrono della città insieme a San Vito), si trova in Piazza Beltrami. La chiesa risalirebbe al 960 d. C, un riscontro si trova nell’ iscrizione trovata incisa in un archetto pensile dell’abside della cappella del Rosario dove vi è incisa la data DCCCCLX. Il lato meridionale e la facciata, lasciano intravedere l’arte lombarda del secolo IX e X. La facciata si presenta con inserti cubici di granito. Nel 1470 fu restaurato e modificato il portico d’ingresso; verso il 1857 l’interno della chiesa venne decorata con stucchi e d’oro. La chiesa è composta da tre navate con cappelle laterali e ossario (trasformato in cappella della Madonna di Lourdes). Dell'edificio medioevale conserva parte del fianco meridionale, il tiburio, il campanile e la facciata. Il campanile molto alto a pianta quadrata e muratura liscia è aperto nei piani inferiori da feritoie, poi da monofore, bifore e negli ultimi due piani da trifore. L'interno della collegiata è barocco, conserva una pala d'altare dipinta da Fermo Stella da Caravaggio nel 1547 e l'urna col corpo di san Vito martire, patrono di Omegna.

Escludendo il Duomo di Milano, Omegna è uno dei pochissimi luoghi in Italia che può vantare un’originale vetrata gotica medievale non rimaneggiata nei secoli. Questo piccolo gioiello dell’arte vetraia si trova nella chiesa Parrocchiale di S. Ambrogio.


"Si narra addirittura che il noto politico (ma anche patriota, scrittore e pittore) Massimo D’Azelio fosse rimasto tanto affascinato da quell’opera, da volerla acquistare. Non ebbe però fortuna ed anche il suo prestigio fu del tutto inutile: sia il parroco che gli abitanti di Omegna si opposero strenuamente alla cessione della loro vetrata. Colpito dal gesto degli abitanti, D’Azelio decise di desistere."

La ciminiera: all'inizio del ‘900 il paesaggio omegnese era costellato da numerose ciminiere industriali. Oggi ne è rimasta una sola, quella della Cobianchi.  Eretta a fine '800 in mattoni rossi, era alta 70 mt. circa. E’ rimasta in funzione fino al 1982. Per renderla più sicura il Comune ha deciso di incamiciarla in una struttura di ferro e di abbassarla di 10 mt.

Piazzale degli arcobaleni: nel piazzale, vicino alla ciminiera, spiccano gli arcobaleni girevoli e l'anfiteatro, in cui si svolgono manifestazioni e spettacoli all'aperto. Per la costruzione di essi sono stati recuperati materiali di origine industriale. Di fronte al piazzale degli arcobaleni si trovano la biblioteca comunale e la ludoteca con le sue colorate aree gioco ispirate ai racconti del Maestro e Scrittore Gianni Rodari, dove ogni anno 15000 bambini, raggiungono le strutture del Parco per conoscere la metodologia rodariana.

 

 

Omegna è una delle città italiane più importanti e famose dal punto di vista industriale, grazie alle numerose aziende nate ad Omegna che si sono affermate nello scenario mondiale come Alessi, Lagostina, Bialetti, Girmi, Piazza…  È la città della Moka Bialetti, Moka express, dove fu prodotta in massa la pentola a pressione Lagostina, dove ebbe inizio l'avventura della Pastaiola... Per mantenere la memoria storica del Cusio, l'Atelier Mendini di Milano, ha progettato il Forum recuperando e rivalutando una vasta area dove vi era l'antica ferriera Cobianchi.

 Il Forum è il luogo di sviluppo culturale e sociale della città. Le sale del Forum erano l’officina e  gli uffici della Ferriera che negli anni ’80 è stata dismessa. La Ferriera era la fabbrica più grossa di Omegna. Era una metallurgia, che rifondeva il rottame di ferro. Oggi nella struttura del Forum rimangono tracce dell’antica ferriera. Per esempio nell’area del parcheggio ci sono degli imbuti di cemento di color salmone che servivano per portare ai carrelli il ferro da lavorare. Il forum è un centro culturale polivalente e un polo di attività culturali (musica, arte, congressi…) Presso la collezione permanente del Forum di Omegna è possibile ripercorre le storie delle industrie cusiane in ordine cronologico.

Un bel Lago ricco di attrattive naturali e culturali, una città da visitare: per lo shopping, per i bagni d'estate, per le montagne vicine o per la più grande festa del Cusio, San Vito.